PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


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Shalom.
 
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Giovanni 8 e Luca 7

Ultimo Aggiornamento: 14/12/2013 11:43
21/11/2013 17:09
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Riprendiamo il racconto dell'adultera in Giovanni al capitolo otto verso uno in poi.

Il racconto dell'adultera come anche il racconto della peccatrice il Luca, sono stati due racconti i quali hanno creato non poche difficoltà alle prime comunità cristiane, infatti, fino al secondo secolo si evitava di leggere questi due racconti, non li si accettava, anche il Vescovo Agostino rimproverò questo modo di fare, infatti disse “alcuni di benevoli o piuttosto nemici della fede autentica, per timore”, ecco il motivo, “di concedere alle loro mogli l’impunità di peccare tolgono dai loro codici “ – cioè dai loro Vangeli – “il gesto di indulgenza che il Signore compì verso l’adultera, come se colui che disse "d’ora in poi non peccare più" avesse concesso il permesso di peccare”.

Il motivo per cui si evitava di leggere questi due racconti è dato dal fatto che in qualche misura giustificavano una condotta la quale era ampiamente condannata dalla legge, i mariti erano preoccupati, se le nostre mogli sanno che quando ci mettono le corna il Signore le perdona dove andremo a finire? Allora nelle comunità cristiane gli uomini non volevano questo brano, tali racconti venivano elegantemente rispedite al mittente.

Non dobbiamo dimenticare che le prime comunità cristiane erano ebree, quindi assoggettate dalla cultura ebraica, nell'osservanza della legge, la quale nelle sue 613 regole, norme, obblighi, imponeva all'ebreo il modo con cui relazionarsi con Dio e i suoi simili, nella legge ogni causa doveva necessariamente produrre un effetto, sicché ad ogni peccato doveva necessariamente scontare una pena, a prescindere del tipo di pena trattatisi, è evidente dunque il racconto sia di Giovanni e sia di Luca bai passavano per così dire gli obblighi della legge stessa imponeva, anche Sant'Agostino non era tanto propenso ad accettare tali racconti.

In modo particolare il raccordo dell'adultera nel Vangelo di Giovanni è un racconto estrapolato dal Vangelo di Luca, che in seguito passò nel Vangelo di Giovanni, gli esegeti sono propensi a questa conclusione per il modo in cui o per il genere letterario che si trova in tale racconto, altri presumono che tale racconto sia stato inserito in un periodo diverso dagli apostoli e che quindi sarebbe un racconto spurio, ma al di là del tale racconto spurio o meno ciò che a noi interessa è il messaggio del tale racconto veicola per la nostra edificazione, e noi lo esamineremo con questa ottica.

Quando leggiamo le scritture neo testamentarie dobbiamo sempre collocarle nel loro contesto storico culturale di loro pertinenza, perché, solo se le collochiamo nel loro contesto avremo una visione più chiara di tale racconto.

Il racconto dell'adultera inizia con queste parole, “allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono, maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio, ora mosse nella legge ci ha comandato di lapidare donne come questa, tu che ne dici?, Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.

Strano, come avranno fatto a “Coglierla sul fatto?”, inoltre, l’adulterio si commette in due, ma qui viene portata solo la donna, e l’uomo dov'è’, perché in questo caso anche l’uomo doveva essere messo a morte.

I farisei sono i puristi, il più estremisti nell'osservanza della legge ad esempio la legge richiedeva la purificazione lavandosi le mani i farisei si lavavano fino al gomito, si doveva digiunare una volta l'anno i farisei per dimostrare la perfezione della loro osservanza digiunavano due volte a settimana, come possiamo leggere nel racconto del fariseo e il pubblicano, nei molteplici scontri di Gesù li ebbe proprio con i farisei.

I farisei conducono una donna, per essere lapidata, diciamo subito non era né una donna ne una moglie, bensì una fidanzata, perché possiamo dire che questa donna simile a una giovane ragazza ed è anche fidanzata e quindi non una moglie, lo possiamo dire a causa del tipo di condanna a morte impostale.

La legge mosaica stabiliva due tipi di condanna a morte per adulterio, l'adultera era una moglie la pena di morte era eseguita tramite soffocamento, se invece l'adultera era una fidanzata la pena di morte era per lapidazione, dobbiamo tenere in mente la fidanzata secondo la cultura ebraica era una donna o una ragazza vincolata a tutti gli effetti verso il suo futuro marito, pur non essendo a tutti gli effetti sua moglie né doveva osservare gli obblighi di una moglie, inoltre dobbiamo anche considerare che il fidanzamento nella cultura ebraica avveniva appena divenuti maggiorenni, 12 anni e la ragazza 13 anni per il ragazzo, una volta stabilita la cerimonia del fidanzamento ognuno rimaneva ancora per un anno nella propria casa ma la donna o la ragazza e solo lei doveva rispettare l'obbligo della fedeltà come se fosse una moglie a tutti gli effetti.

Quindi secondo la legge tale donna doveva essere lapidata, perché dunque portarla davanti a Gesù?, Tale esecuzione poteva essere eseguita in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, ma la portarono da Gesù usandola come esca, al loro, agli farisei non interessava lapidare la donna, interessava lapidare Gesù, i sassi nelle loro mani erano destinate non alla donna bensì a Gesù, ecco dunque la domanda provocatrice, tu che dici?, Evidentemente pensavano di avere la situazione in pugno, erano convinti di poter lapidare Gesù, in quanto, Gesù avesse risposto, “Ecco, obbediamo alla Legge. Lapidatela.” allora tutta questa gente che aveva sentito in lui un tono diverso, questi peccatori, questa gente lontana dalla Legge, che aveva sentito in lui una speranza di redenzione e di vita l’avrebbero abbandonato.

Oppure Gesù, che è la misericordia personificata, potrebbe dire “no, perdonatela, rilasciatela.” Sarebbe una bestemmia, sarebbe un sacrilegio, siamo nel Tempio, ci sono le guardie e Gesù sarebbe subito, immediatamente arrestato come bestemmiatore, come trasgressore della Legge.

Quindi Gesù si trova di fronte a una trappola. Cosa sceglierà? dirà “lapidatela” o “lasciatela”? come dice si fa danno, se dice “lapidatela” perde la folla, Se dice “Rilasciatela” rischia di perdere la propria vita.

Gesù conosceva molto bene le scritture, le quali affermavano che non esiste su lo il cielo un uomo che non sia peccatore, allora non fa altro che elaborare tale versetto dicendo loro, chi è senza peccato le scagli per primo la prima pietra, per comprendere tale affermazione bisogna rifarsi a come si eseguiva la condanna a morte per lapidazione, la lapidazione non avveniva come noi abbiamo visto nei film nel quale ognuno prende una pietra e la lancia contro il malcapitato, non è cosi.

La prima pietra veniva scagliata dai testimoni d’accusa e doveva essere una pietra talmente forte che due persone potevano sollevarla malamente, il condannato veniva messo in una buca, in un fosso e questa pietra, di una cinquantina di chili, perché due persone potevano tenerla malamente, veniva gettata sopra, normalmente moriva già al primo colpo, poi tutti quanti riempivano il cumulo con le loro pietre, quindi colui che scaglia la prima pietra è colui che esegue la sentenza di morte, quindi non è un semplice, come noi immaginiamo, lanci per primo la pietra poi dopo gli altri. No. Gesù dice “Chi di voi è senza peccato la ammazzi.”

“Rialzatosi “,quindi Gesù non scrive più per terra, le disse “Donna, dove sono?” nessuno ti ha condannata?” questo atteggiamento di Gesù è compreso molto bene da San Paolo, che nella lettera ai romani dice “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù che è morto.”

Quindi l’evangelista fa comprendere l’enorme amore di Dio che si rivolge a ogni persona, anche qui abbiamo una persona che ha commesso un peccato, una persona che indubbiamente ha commesso qualcosa di brutto, nei confronti di colui al quale doveva fedeltà, nei confronti di Dio ma l’amore di Dio si rivolge a tutti quanti, nessuno viene escluso, questo comportamento è stato molto ben delineato con una frase stupenda da Sant'Agostino, che dice “Rimangono in due. La misera e la misericordia.”

Quindi Gesù dice “Dove sono? Nessuno ti ha condannata? Essa disse, “ nessuno Signore” qui ci saremmo aspettati una ramanzina, una penitenza, Gesù che la rimproverasse (è sempre una donna che ha compiuto adulterio), ed ecco lo scandalo, per il quale per secoli nessuna comunità ha voluto questi 11 versetti all'interno della loro comunità. “Le disse allora Gesù, e neppure io ti condanno.” lui, l’unico senza peccato, non solo non scaglia la prima pietra ma allontana le pietre. “Neppure io ti condanno”, ed ecco il finale ,“Va, e d’ora in poi, non peccare più.” Gesù non è venuto per giudicare ma per salvare, non rimprovera la donna, non la invita a pentirsi, non la invita a chiedere perdono a Dio, perché questa è la novità che ha portato.

Gesù le dimostra che Dio già l’ha perdonata, Dio le comunica vita, forza per riprendere il suo cammino perché con il perdono del Padre, la donna ha ricevuto anche la forza necessaria per tornare a vivere, “Va ed ora in poi non peccare più.”

Dio disse al suo popolo, il quale ubbidiva alla Legge, “ Non voglio sacrifici, ma, Misericordia e Compassione”, Nel racconto dell’adultera, si evince la superiorità della Misericordia, del Perdono della Carità sulla Legge, la quale non libera ma vincola, non perdona ma condanna, non ci sostiene ma ci abbatte, il cristiano non vive nella “Legge” non vive nelle regole nelle norme e negli obblighi, la sua vita si fonda solo sull'Amore.

In seguito vedremo la peccatrice in Luca.
Tommaso de Torquemada





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